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In attesa
Il Tirreno versiliano ha un suo illustre cantore in Alberto Arbasino. Che diverte (e si diverte) raccontando estati eleganti ed intermezzi cafoni con quel gusto barocco che alla fine stordisce. Oggi 30 luglio 2008 su “Repubblica” chiude una mezza paginata con un avviso di servizio: “Siete cortesemente pregati di rimanere in dolce attesa”.
L’Adriatico riminese non ha frequentazioni di letterati famosi come Arbasino, per cui deve accontentarsi di quello che (non) passa il convento.
Da noi non serve molta fantasia per costruire racconti surreali. Ci sono le foto del funerale del povero Liliano Faenza, con signori in calzoncini corti. C’è la lettera che Lavinia Arpesella ha inviato ieri al “Corriere di Romagna”: per la festa dei 100 anni del Grand Hotel, è stata invitata “a pagamento”. Lei, che è figlia di Marco e nipote di Pietro.
Chi sa qualcosa, mica tutto, sulla vita di Rimini, c’è rimasto male. Come quel lettore che stamani ha scritto allo stesso “Corriere” una lettera aperta a Lavinia Arpesella: Rimini è soltanto “un baraccone da fiera con tagli di nastri, autorità schierate, ed autocelebrazioni dei potenti di turno”.
L’avviso di servizio di Arbasino per il Tirreno versiliano, dev’essere adattato alla nostra realtà: “Siete cortesemente pregati di rimanere in mesta attesa”. Di che, non si sa. Testo apparso su www.liberarimini.it.
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