Cronache italiane
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Qualcosa comincia a muoversi in periferia. Oggi il Corriere di Romagna pubblica un articolo di un componente l'Assemblea provinciale del Pd di Rimini, Giovanni Benaglia, intitolato: "Serve il parricidio per salvare il Pd".
C'è un quadro fosco e tragico delle nostre situazioni locali, come mai sinora si erano lette. Speriamo bene.

Cito soltanto un passaggio. Per la sicurezza, ci si preoccupa dei "falsi" venduti in spiaggia: "Peccato che intorno ci sia un'indagine per riciclaggio su una banca di proprietà di virtuosi imprenditori locali. [...] Peccato che ci siano indagini su finanziarie e banche sammarinesi amministrate da stimati professionisti riminesi".

Nella stessa pagina è ospitato un intervento dell'amica Anna Rosa Balducci, "Il dibattito che non c'è" contro la colata di cemento che si preannuncia come seconda ed ultima "riminizzazione". Ultima perché dopo non ci sarà più nulla da distruggere. Il suo testo integrale si legge qui.

L'altro ieri sullo stesso Corriere di Romagna è stata ospitata una mia breve lettera sul "modello Rimini", intitolata "Uno strano rapporto maggioranza-opposizione".
Eccola: "Concordo sulla diagnosi politica formulata dal dottor Gilberto Mangianti (lettera del 4 luglio). Anch'io "questi amministratori li ho pure votati". Ciò non toglie che mi senta in disaccordo ed a disagio. Mi permetto soltanto di aggiungere qualcosa sul rapporto maggioranza-opposizione. Riguarda ciò che io chiamo il "modello Rimini": alle elezioni comunali del 2006, Forza Italia perde il 52,13% dei voti, mentre AN sale del 16,26. Una fetta del Polo vota per il Centro-sinistra. Segno che con la sua precedente amministrazione il Centro-destra (od almeno una sua parte) non se l'era poi passata così male. Luglio 2006. L’ex candidato sindaco del Polo decide di non votare contro la giunta ma di astenersi sulle linee programmatiche del governo cittadino. Il resto è storia di questi giorni."

E' un discorso che qui sopra ho già fatto anche di recente.
Rimandando a precedenti testi. Ad esempio, questo del 4 maggio 2007, che ripropongo non perché oggi non abbia nulla da dire, ma perché la situazione è rimasta tale e quale, anzi peggiorando con la minaccia di quella nuova colata di cemento di cui ho detto sopra.

"A Rimini il costo della vita aumenta del 3,2% annuo contro l'1,5 nazionale.
Non è un fatto nuovo. Città cara lo è sempre stata, sin dagli anni Sessanta. Città ricca anche grazie ad un tipo di economia molto sommersa. Sulla quale si reggono le fortune di pochi. E dalla quale derivano i grattacapi di tanti. Cioè di quelli che ad esempio debbono pagare affitti elevati.
Città nella quale la speculazione edilizia è diventata un fenomeno politico incontrastato per un patto non tanto segreto di spartizione della torta. Per cui se qualcuno osa impostare una campagna giornalistica contro, ci rimette il posto. È successo. Era prevedibile. Non ha turbato nessuno. Anzi. Immaginiamo i commenti. Hai visto quello venuto da fuori, chissà chi credeva di essere.
E dietro sta un compromesso politico per nulla segreto, con due assessori all'edilizia defenestrati perché contrari al troppo cemento, e poi un bel risultato elettorale. Comunali 2006. Forza Italia perde il 52,13% dei voti, mentre AN sale del 16,26. Una fetta del Polo vota per il Centro-sinistra. Segno che con la sua precedente amministrazione il Centro-destra (od almeno una sua parte) non se l'era poi passata così male.
Luglio 2006. L’ex candidato sindaco del Polo decide di non votare contro la giunta ma di astenersi sulle linee programmatiche del governo cittadino.
Inciucio o preveggenza? Negli stessi giorni il presidente della Camera Bertinotti dice alla «Stampa»: «Le difficoltà si possono superare allargando la maggioranza di governo» con una discussione franca che «sotto traccia è già in corso».
Il presidente del Senato Marini ricorre ad una contorta formula per invocare più confronto con l’opposizione e meno voti blindati per addivenire a scelte condivise.
A questo punto Rimini diventa una specie di simbolo del quadro politico nazionale. Sembra anticipare una condizione di un accordo nazionale bipartisan.
Ma a spese di chi? Di chi deve subire il vertiginoso aumento del costo della vita, la gente delle classi non privilegiate, mentre aumenta la ricchezza di un ceto vasto, che è senza differenza politica perché il lusso non ha tessera di partito, omologa tutti tranne pochi critici guardati male e segnati a dito come pericolosi sovversivi". Fine della citazione.

Preciso, per completare il quadro della situazione locale alcuni particolari non secondari.
Nel 1988 appare il Dizionario italiano ragionato che spiega il nuovo verbo "Riminizzare" così: "Deturpare con un’eccessiva concentrazione di costruzioni o, come si dice, con ‘colate di cemento’".
Politici ed intellettuali insorgono. L’avv. Veniero Accreman per giustificare il grattacielo, da raffinato intellettuale borghese che ha ben imparato la lezione di Marx, inframmezzando citazioni dotte da Dante e Carducci, ricorda "le schiere di disoccupati rumoreggianti che chiedevano lavoro". L’ex sindaco Ceccaroni fa spallucce: Rimini non è peggio del resto del Paese, e poi allora bisognava ricostruire. Il passato, cioè, non si discute. Un ex federale del Pci, Nando Piccari, dichiara che quel dizionario usa un termine di cui è evidente "la natura gratuita, falsa ed offensiva", chiedendo al sindaco Conti di prendere provvedimenti.
L'ho battezzata la "disfida di Burletta".
Lo stesso sindaco Conti dichiarò: "Rimini sta cambiando più di quanto non sia dato a vedere", anche per merito del vento di garbino "che ci aiuta a capire i problemi e a trovare il modo di risolverli compostamente". Il vento di garbino, vento caldo africano, è quello che in Romagna chiamano "il vento dei matti" perché fa aumentare i casi dichiarati di disturbi mentali con la sua aria insopportabile.

Una curiosità. Nel 2000 il Comune fu obbligato ad abbattere un muro di cemento armato appena costruito all’Anfiteatro perché abusivo. Quel muro non doveva cadere. Aveva uno scopo: raccontava la riminizzazione, una vera storia. Un Comune addirittura abusivo verso se stesso. Roba da Guiness dei primati.

Post scriptum. L'immagine c'entra, eccome. Rimanda alla "notte rosa" il cui ricordo fa fremere di pura gioia ascosa gli animi dei nostri amministratori.

[Anno III, post n. 215 (592), © by Antonio Montanari 2008]

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il Rimino - Riministoria. A cura di Antonio Montanari
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