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Se il diavolo soggiorna a Riccione, e si spera soltanto d'estate, come ha dichiarato sul web don Davide Banzato (www.chihasetevengaame.it), non dobbiamo preoccuparci. Basta leggere con attenzione la risposta di un altro sacerdote, don Franco Mastrolonardo: "Noi preti cadiamo volentieri nella trappola di non voler vedere", perché "non tiriamo mai fuori il capo dalle sagrestie". Se vogliamo allargare il discorso, la Chiesa oggi sta molto chiusa nelle sagrestie soltanto in apparenza.
Di recente un'amica mi ha chiesto per il suo blog un commento sul tema del testamento biologico un commento sul tema del testamento biologico. Mi sono chiesto: "Oggi quale Chiesa è vicina ai drammi di noi miseri? Non certo quella che programma piani edilizi, vendite di immobili, che guarda non ai gigli dei campi ma ai campi su cui far costruire case, che programma carriere politiche, riscuote affitti dai Comuni per i propri seminari, che coinvolge i teologi anche nel programmare un racconto giornalistico delle feste di un borgo cittadino, perché si crede che tutto ciò rientri in un progetto pastorale. Mentre i giovani fuggono verso lo sballo, dopo aver frequentato in massa le lezioni facoltative di Religione nelle scuole laiche…". Don Franco mi trova d'accordo. Occorre che in una visione laica dello Stato ognuno giochi il suo ruolo. Con la sincerità che lui ha dimostrato. La Chiesa riminese potrebbe chiedersi ad esempio se sia più diabolica Riccione con lo sballo giovanile o l'opulenta Rimini che figura all'ultimo posto nella classifica regionale dei contribuenti, pur essendo piena di sportelli di quelle note società di beneficenza che sono le banche.
Testo apparso nel blog www.liberarimini.it.
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